Bisogni emotivi universali

Bisogni emotivi universali

Molti di noi potrebbero non essere molto in contatto con quelli che sono i bisogni emotivi fondamentali, che vengono definiti “innati”, magari abbiamo sviluppato un'estrema autosufficienza e li rinneghiamo, o forse risulta difficile sapere cosa ci manca se non l'abbiamo mai avuto, addirittura potrebbe risultare fastidioso entrare in contatto con i propri bisogni emotivi perché non ci siamo abituati, o potremmo sentire di non saperli esprimere, o di non avere il diritto di esprimerli, forse non siamo sicuri che siano validi, o non ci riteniamo meritevoli di vederli soddisfatti.

La verità è che oggi abbiamo la possibilità di essere molto informati sui bisogni emotivi dei bambini. Ma come adulti, consideriamo i nostri bisogni emotivi in modo sano? Stiamo trattando quella parte emotiva di noi come ci è stato insegnato o come davvero abbiamo bisogno? Ci soffermiamo a capire se i nostri bisogni emotivi fondamentali sono stati soddisfatti sufficientemente dai nostri genitori quando eravamo bambini? Che modello abbiamo introiettato? Come sta quella parte profonda di noi che ancora è sensibile a certe ferite?

Lo sviluppo dei disagi psicologici in età adulta è spesso legato al mancato soddisfacimento dei bisogni emotivi fondamentali in infanzia, e questo può accadere anche se i genitori hanno cercato di fare del loro meglio col bambino, e non solo in contesti di conclamati abusi fisici, psicologici o di gravi negligenze nell'accudimento.

L'atteggiamento sistematico dei genitori che non si sintonizzano sulle esigenze emotive dei figli frustrano determinati bisogni e questo ha il potere di far formare nel bambino convinzioni negative su di sé (è colpa mia se mia madre è nervosa, non sono abbastanza per suscitare l'amore/interesse di mio padre, ecc.), e sensazioni dolorose (tristezza, disperazione, paura, vergogna, colpa, solitudine, angoscia, disorientamento). Questi sono gli schemi, ovvero insiemi di interpretazioni ed emozioni negative con cui anche inconsapevolmente ci si approccia al mondo, essi sono silenti ma ci guidano nelle scelte e lottano per auto-confermarsi.

In certe situazioni questi schemi si attivano e creano sofferenza durante tutto l'arco di vita, se non vengono corretti e rielaborati. Le persone sono diverse, le situazioni anche, ma le sensazioni più dolorose che sentiamo sono le stesse di quando stavamo male da piccoli.

I bisogni emotivi universali sono raggruppati in 5 aree:

  • Attaccamento sicuro

  • Libertà di esprimere bisogni ed emozioni

  • Autonomia, competenza e senso di identità

  • Spontaneità e gioco

  • Limiti realistici e autocontrollo

Attaccamento sicuro

L'attaccamento sicuro si crea a fronte di una connessione accudente verso il bambino, quando i caregiver che si prendono cura dei bambini riescono a farli sentire protetti, al sicuro, importanti ed amati, compresi, guidati, ed accettati incondizionatamente (per quello che il bambino è, non per quello che fa).

Si crea allora una sensazione di poter contare in modo affidabile e prevedibile sul genitore, e si riesce a tollerare la temporanea separazione o assenza senza ansia, fiduciosi che il legame è stabile e che resiste alle piccole delusioni. Si sviluppa così una armonia e tranquillità nelle future relazioni significative, con l'aspettativa che i propri bisogni verranno soddisfatti da qualcuno che sarà positivo con noi.

Libertà di esprimere bisogni ed emozioni

I bambini devono essere in grado di esprimere i loro sentimenti, pensieri e bisogni e avere una risposta comprensiva da parte dei loro genitori. Quando i genitori comprendono le loro emozioni, accettandole come degne di attenzione e non li puniscono per averle espresse, li aiutano anche a regolarle. Ricevono il messaggio che i loro sentimenti sono accettabili e non sbagliati, ed i loro bisogni emotivi fondamentali vengono soddisfatti.

Quando invece questo non avviene, da adulti possiamo sviluppare una serie di schemi e possiamo anche avere difficoltà ad esprimere le emozioni o sentirci eccessivamente autocritici nei confronti dei nostri pensieri e sentimenti che invece sono naturali e necessitano di attenzione.

Autonomia, competenza e senso di identità

Dopo che al bambino è stato fornito amore, protezione e validazione, si accompagna verso l'esplorazione dell'ambiente, lo si spinge all'autonomia aiutandolo a formarsi un'idea competente di se stesso, pur rassicurandolo del mantenimento della stabilità della connessione (“prova a far da solo, se hai bisogno io ci sono”), consentendo di svolgere compiti appropriati all'età e fornendo feedback utili e non critici.

I bisogni fondamentali di autonomia e competenza non sono soddisfatti quando un genitore non gli permette di fare da solo, fa tutto al posto suo per evitargli i problemi, o si aspetta che adempia a troppe responsabilità per la propria età.

Anche negli anni successivi, se i genitori controllano troppo le scelte dei loro figli e non permettono loro di commettere i propri errori, i loro bisogni in questo campo non saranno soddisfatti.

Un sano senso di identità è difficile da sviluppare se il bambino non può essere autonomo e riceve critiche quando sbaglia. Ciò è tipico di genitori che tendono ad applicare etichette ai bambini, come buoni o cattivi. Da adulto, questo può rivelarsi come non sapere chi sei o avere un'immagine imprecisa e negativa di te stesso, che porta a sentirsi dipendenti dagli altri.

Spontaneità e gioco

Il gioco consente l'espressione di sé, l'esplorazione, lo sviluppo dell'immaginazione e della creatività. Offre ai bambini opportunità di divertimento e leggerezza.

Se i genitori sono rigidi, molto seri, esigenti e doverizzanti, potresti non aver incontrato il tuo bisogno di spontaneità e gioco. Non c'è stato spazio per pensieri e sentimenti spontanei da bambino, e può succedere che si cresca pensando di dover inibire le emozioni considerandole sbagliate. Tipicamente si interiorizza il motto “prima il dovere e poi il piacere”, ed anche una volta diventati adulti quella seconda parte del piacere non arriva mai, oppure è carica di senso di colpa, o considerata inutile e sbagliata.

Questo può portare a difficoltà ad essere spontanei, creativi e a permetterti di divertirti da adulto, può sensibilizzarti alla depressione, al pessimismo, al negativismo, ad avere standard di funzionamento molto elevati ed ha sentire pressione per tenere tutto sottocontrollo, senza rilassarti o riuscire a lasciare andare le cose anche quando potresti, puoi importi regole rigide per il comportamento, e non avere hobbies, o non aver sviluppato preferenze.

Limiti realistici e autocontrollo

Sperimentare pochi confini e limiti, ed avere poche regole da bambini a causa di genitori negligenti o che gli permettono di fare quello che vogliono, oppure al contrario avere troppi limiti fissati da genitori controllanti o severi, sono due estremità che non consentono ai bambini di soddisfare i loro bisogni fondamentali e sono problematici per uno sviluppo sano.

I bambini che non sperimentano limiti adeguati e che non vengono abituati a rispettare le regole possono assumere comportamenti rischiosi e farsi male, e possono diventare adulti che non sono in grado di tollerare la frustrazione derivante dal non poter veder gratificati i propri desideri nella maniera e nel momento esatto si vorrebbe. Questo porta a problemi nella vita adulta, addirittura predisponendo a dipendenze e condotte auto-distruttive.

I genitori severi influenzano i loro figli impedendo loro di imparare a sviluppare il proprio senso di auto-disciplina, infatti se tutto è predisposto il bambino subirà passivamente la regola e da grande potrebbe non avere gli strumenti per auto programmare il suo comportamento per un reale vantaggio a lungo termine.


Quale area/aree avresti avuto bisogno che venissero prese in considerazione di più quando eri piccolo?

Puoi fare dei collegamenti con eventuali disagi attuali?

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